L’ ergoterapia: una disciplina riabilitativa client-centred

Il terapista occupazionale è una professione paramedica sconosciuta al grande pubblico. Il suo ruolo è di sostenere e accompagnare un paziente, adulto o bambino, che desidera recuperare la propria autonomia fisica e mentale. I pazienti del terapista occupazionale sono solitamente affetti da disturbi motori, autistici o di poliarticolazione. L’invecchiamento della popolazione ha anche contribuito allo sviluppo di questa professione, a causa delle molte persone anziane con malattie croniche, come l’Alzheimer e la sclerosi multipla. Anche gli anziani devono affrontare una progressiva perdita di autonomia, che richiede di conseguenza un supporto professionale esterno.

 

Il ruolo del terapista occupazionale

Dopo aver condotto un colloquio con il paziente, al fine di valutare la sua disabilità, il terapista occupazionale definisce le possibili progressioni e accompagna il paziente in un processo di riabilitazione. Deve progettare programmi personalizzati con attività appropriate per ciascuno dei suoi pazienti. Per i bambini, i suoi programmi avranno uno scopo principalmente didattico, insegnandogli nuovi gesti, posture, comportamenti, ecc… Nel caso di una persona anziana, il programma consisterà più nel limitare le posture dolorose e nell’adottare movimenti e comportamenti, al fine ultimo di limitare gli sforzi.

Le attività organizzate dal terapista occupazionale possono essere svolte in gruppi, ma anche in sessioni individuali, nel caso di un paziente che reagisce negativamente alla presenza di altri pazienti o che ha una capacità di concentrazione limitata.

Le attività svolte dagli ergoterapisti hanno diversi obiettivi:

  • Sviluppare capacità di adattamento
  • Riscoprire i gesti della vita di tutti i giorni
  • Riabilitarsi in un ambiente scolastico e lavorativo
  • Inclusione nella vita sociale e creazione di legami sociali
  • Rieducazione delle capacità motorie sensoriali
  • Prevenzione del dolore
  • Miglioramento dell’orientamento spazio-temporale

Queste attività sono principalmente manuali o più ricreative e dilettevole (giochi di memoria, di ruolo, ecc.)

Il terapista occupazionale può intervenire nell’ambiente professionale di un paziente come consulente. Propone soluzioni per ottenere regolazioni ergonomiche della postazione di lavoro, in modo che i disabili o gli anziani possano lavorare nelle migliori condizioni di lavoro possibili.

È anche coinvolto nella riqualificazione dello spazio abitativo del paziente. È importante dotare la casa di attrezzature adeguate, come rampe, sgabello per doccia, maniglioni, ecc.

A differenza dei paesi nordici, sono pochi i terapisti occupazionali che esercitano in Italia, circa 5000. Sono essenzialmente le donne a fare questa professione. Possono esercitare in privato o come impiegato nel settore pubblico o privato e quindi esercitare pratiche mediche, cliniche specializzate, in centri di riabilitazione e di fisioterapia, nonché strutture medico-sociali e strutture per anziani.

Il terapista occupazionale collabora con molte altre professioni mediche e paramediche come medici generici, terapisti psicomotori, psicologi ed osteopati, per supportare i pazienti nel miglior modo possibile.

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I modelli dell’ergoterapia

Questa particolare professione sanitaria prevede numerosi modelli, rappresentanti ciascuno un insieme di conoscenze e teorie che semplificano il campo d’azione della terapia occupazionale.

Nell’ambiente sanitario italiano sono 4 i modelli più utilizzati:

  • MOHO (Model Of Human Occupation) → basato sulla centralità della persona, prestando particolare attenzione all’organizzazione del comportamento occupazionale della vita quotidiana.
  • CMOP (Canadian Model of Occupation Performance) → incentrato sulla persona che acquista una posizione centrale e basato sulla dinamica interazione tra tre componenti: la persona, l’ambiente e l’occupazione.
  • OTIPM (Occupational Therapy Intervention Process Model) → pone in una posizione dominante l’occupazione e il rapporto che ha con la persona nella sua vita quotidiana.
  • MOVI (Modello Vivaio) → modello fondato a Milano, si basa sostanzialmente sulle emozioni che accompagnano la persona e le connesse attività della relazione terapeutica.

Formazione

In Italia per ottenere la qualifica di Ergoterapista è necessario seguire un percorso accademico ben delineato, che prevede una laurea triennale di primo livello direttamente abilitante, ed una successiva laurea magistrale di secondo livello conseguibile da coloro che fanno parte della classe di riabilitazione.

I tre anni di studio comprendono sia corsi teorici (anatomia, psicologia, traumatologia ecc.) che corsi di formazione pratica in cliniche, studi privati o centri di riabilitazione.

Questo specifico corso è presente in 10 università italiane, ma l’unica che è riconosciuta dalla WFOT (World Federation Of Occupational Therapy) è l’università statale degli studi di Milano.

Ostetriche, massaggiatori, fisioterapisti, infermieri e psicoterapeuti possono entrare direttamente nel secondo anno.

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